Centro distrettuale per l’affidamento familiare
Ultima modifica 6 febbraio 2024
Dal 2021 è attivo sul territorio consortile il centro distrettuale per l’affidamento familiare che, in sinergia con la Asl, si occupa di formare, valutare e sostenere durante tutto il progetto di affidamento le coppie, le famiglie ed i single che intendono fare questa esperienza come previsto dal Regolamento regionale. Il centro è ubicato in via Di Biasio a Cassino di fronte al consultorio familiare. Il centro organizza ogni anno un corso di formazione per tutte quelle persone che intendono conoscere l’istituto dell’affidamento e che vogliono iniziare a far parte del registro distrettuale delle famiglie affidatarie.
COS’È l’AFFIDAMENTO FAMILIARE
L’affidamento familiare è una forma di intervento che consiste nell’aiutare e sostenere una famiglia che attraversa un periodo di difficoltà contingente nel recupero delle capacità genitoriali assicurando nel contempo al bambino, attraverso il suo affidamento ad un altro nucleo familiare o ad una persona singola, relazioni positive, affetti e cure necessarie per un sano sviluppo. Per la sua natura l’affidamento familiare è da intendersi come un’azione di solidarietà da parte della comunità sociale nei confronti di un bambino momentaneamente privo di un ambiente idoneo.
Nell’affidamento familiare i vincoli affettivi tra bambino e famiglia di origine vengono mantenuti e sollecitati, poiché il fine dell’affidamento è il ricongiungimento familiare, se nell’interesse del bambino stesso. Tale mantenimento, deve essere garantito da un intervento multidisciplinare che tuteli sia il bambino che la famiglia affidataria.
L’affidamento familiare intende essere sia strumento preventivo degli stati di cronico disagio familiare, sia intervento evolutivo in situazioni di crisi, rappresentando in entrambi i casi l’opzione da privilegiare rispetto al collocamento del bambino presso le strutture residenziali.
L’affidamento familiare è un intervento di breve e medio periodo, non superiore ai 24 mesi (art. 4 comma 4 della L. n. 184/83 e ss. mm. e ii.). Il Tribunale per i minorenni può prorogare l’affidamento nel caso in cui la sospensione dell’affidamento rechi pregiudizio al bambino, tenuto conto del Progetto Quadro individualizzato per esso predisposto.
La conclusione dell’affidamento è stabilita con provvedimento dell’Autorità che lo ha disposto, quando le difficoltà della famiglia d’origine siano complessivamente superate o nel caso in cui la prosecuzione dell’intervento non sia più nell’interesse del bambino.
L’affidamento familiare si articola in una pluralità di tipologie di intervento per fornire risposte adeguate ed appropriate ai differenti bisogni del bambino e della sua famiglia e tutte fanno riferimento alla stessa finalità della ricomposizione delle relazioni familiari del bambino o ragazzo in oggetto con i suoi genitori.
Qualora il rientro nella famiglia di origine non sia possibile, l’affidamento accompagna il ragazzo nel percorso verso l’autonomia personale e socio-economica, assicurandogli comunque la rielaborazione della propria esperienza familiare, mantenendo contatti e favorendo incontri periodici con i familiari, con gli affidatari e con quanti hanno accompagnato il ragazzo/a nel suo percorso, secondo modalità definite dal Tribunale per i Minorenni e dai Servizi sociali, nel migliore interesse del bambino, così come stabilito dalla legge n. 173/2015.
Responsabile del Centro è la dott.ssa Federica De Santis
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